
Santa Maria al Bagno, scopriamo la piccola cittadina con il tour di Nadia – mySUDstory
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Santa Maria al Bagno – mySUDstory |
Dove andremo?
La dodicesima tappa di mySUDstory Γ¨ una piccola cittadina balneare della puglia in provincia di Lecce.
La short story arriva da una cara amica blogger, Nadia Mangione, con la quale abbiamo in comune l’interesse per i viaggi responsabili.
Anche lei ha voluto dare il suo contributo al progetto, cosa che mi rende particolarmente felice ed orgogliosa.
Santa Maria al Bagno, scopriamo questo luogo con un cammino fatto da Nadia
“Ciao
Sono Nadia Mangione di Get in Globe, un blog dove mi occupo di viaggi responsabili. Vi racconto Santa Maria al Bagno, per il progetto online mySUDstory.
Si tratta di una piccola cittadina balneare, sulla costa ionica: a 12 chilometri da Gallipoli e 30 chimometri da Lecce.
Quasi disabitata d’inverno, pullula invece di vita e turisti durante la bella stagione, giΓ a partire da Aprile quando il sole inizia a scaldare l’aria.
E’ impossibile non rimanere affascinati da questo gioiellino, forse sottovalutato, ma che custodisce una storia diversa quanto le trasformazioni di cui l’hanno visto protagonista.
Voglio saperne di piΓΉ, e perciΓ² faccio un giro in biblioteca e scopro che nasce come villaggio di pescatori e commercianti, abitato fin dai tempi piΓΉ antichi come testimoniano monete e anfore ritrovate nella Grotta del Fico e usate dall’etΓ romana al Medioevo.
Un’epigrafe del 341 d.C. porta l’iscrizione del suo nome originario: “Portus Nauna”, in seguito diventato “Posto dell’Annunziata seu cala del Bagno“, forse perchΓ© nelle vicinanze c’era un’immagine della Madonna Annunziata e perchΓ© dalla spiaggetta era semplice scendere a fare il bagno. E lo Γ¨ tuttora, a differenza del resto della costa completamente roccioso.
Santa Maria al Bagno tra colori e sfumature
Vista in lontananza. la cittadina affacciata sulla piccola spiaggia ha un’aria fiabesca e caratteristica: gli antichi palazzi affrescati con i grandi balconi, la trattoria, i bar della piazzetta animata dai villeggianti, per lo piΓΉ vecchietti provenienti dai paesi limitrofi, ma c’Γ¨ anche chi vive qui tutto l’anno.
Al tramonto il mare diventa uno specchio con le sfumature rossastre del sole che si nasconde dietro l’orizzonte, non ci sono quasi mai onde che si infrangono sulla spiaggia riparata dalla scogliera attorno.
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Un altro po’ di storia
Tornando alla storia, dalla prima metΓ del 1200, la colonia passa nelle mani dell’Ordine ospedaliero dei Cavalieri Teutonici fino all’invasione turca e veneziana del 1480 e 1484.
Agli inizi del ‘500 subisce delle devastazioni barbariche: corsari e pirati la invadono spinti innanzitutto dalla necessitΓ di rifornirsi di acqua dolce. C’era infatti qui una fonte batteriologicamente pura, usata anche nelle terme romane. Il vice Re spagnolo De Rivera dal 1563 fa quindi costruire una lunga catena di torri d’avvistamento, tra cui la Torre del Fiume di Galatena costruita tra il 1610 e il 1616 dal capomastro Giovan Vincenzo Spalletta di NardΓ² che realizza altre tre torri in Terra d’Otranto. Di questa Torre, che doveva proteggere la preziosa sorgente, oggi rimangono solo i bastioni angolari che hanno appunto dato il nome al luogo “Quattro Colonne”.
Come tornare indietro nel tempo
Nel mio cammino Γ¨ lΓ¬ che ci avviamo sul far della sera, risalendo dalla spiaggetta e incamminandoci sul lungomare, avvolti in un totale senso di tranquillitΓ .Β
Appaiono le prime stelle in cielo e la luna si riflette sul mare, i lampioni illuminano le strade e i vicoli dove, come una volta ancora oggi, qualcuno si ritrova coi vicini seduti fuori a chiacchierare.
Lungo una di queste stradine, precisamente quella che scende dalla chiesetta e con il bar all’angolo, c’Γ¨ la casa che i miei nonni paterni prendevano in affitto d’estate.
Io ero veramente piccola, forse 5 o 6 anni, ma ricordo bene quanto mi piaceva dormire qualche giorno dai nonni, insieme ai cugini piΓΉ grandi.Β
Le passeggiate con il nonno la mattina presto, mentre lui raccoglieva erbe selvatiche e capperi, il cortile di casa riparato dal sole dalla vigna cresciuta sul pergolato, il pesce fritto di paranza, le alici marinate, la pasta fatta in casa e le polpette al sugo della domenica quando a pranzo c’erano tutti, i bagni nella piscina naturale e la nonna che mi portava alla sorgente.
Santa Maria al Bagno Γ¨ tutto questo, profumo del salsedine misto a malinconia.
Museo dell’Accoglienza Ebraico
C’Γ¨ un’altra nota storica impossibile da trascurare: dal 1944 al 1947 molte case vennero requisite, per diventare un importante campo di accoglienza dei profughi Ebrei che erano diretti in Palestina. Testimonianza di questo passaggio sono il Museo dell’Accoglienza Ebraico e i tre murales di Zivi Miller, sopravvissuto all’Olocausto che qui trovΓ² nuovamente l’amore e si sposΓ² con la giovane Giulia My.
Il campo arrivΓ² ad ospitare piΓΉ di duemila persone che pian piano, con l’aiuto degli abitanti, riuscirono a cominciare una nuova vita. Qui nacquero 250 bambini ebrei e vennero celebrati 400 matrimoni.Β
Il tempo scorre su S. Maria al Bagno, le vicende si susseguono, cambiano le generazioni ma i ricordi rimangono intrappolati tra le onde come il fascino di un racconto nostalgico che entra nel cuore. Ogni angolo di questo luogo Γ¨ bellezza pura e io non potevo non raccontarvelo”.
Nadia Mangione
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Nadia e il borgo di Santa Maria al Bagno per #mySUDstory
Molto bello il racconto di Nadia, questo piccolo borgo a me sconosciuto mi sa di affascinate, ha comunque una storicitΓ significativa con dettagli non trascurabili. Sono sicura che quanto primaΒ visiterΓ² questo posto, magari in compagnia di Nadia, sarΓ un piacere scoprirne cultura, angoli nascosti, paesaggi e tramonti.
Ringrazio Nadia Mangione per il suo contributo prezioso e chissΓ se non la rileggeremo prossimamente sempre per mySUDstory. Come si dice, “mai dire mai”.
Come arrivare a Santa Maria al Bagno
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